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sabato 29 gennaio 2011

Un milione di euro per un sito web?

Secondo notizie di stampa, peraltro confermate indirettamente dall'Assessore ai Servizi Tecnologici Cavallari, Il Comune di Roma avrebbe sborsato ben 1.4 milioni di euro in favore della Telecom per la realizzazione del sito web per promuovere il Comune in occasione dell'expo di Shanghai. Il sito avrebbe funzionato per pochi giorni. A chiunque non sia uno sprovveduto tale cifra appare immediatamente abnorme. Invece di correre ai ripari, l'Assessore ha affermato che i soldi non sono stati spesi per il sito web, ma per un'infrastruttura permanente per la promozione dei grandi eventi programmati dall'Amministrazione. Dalla padella nella brace!

Per comprendere l'abnormità della spesa basta considerare il costo di un centro di calcolo per LHC, realizzato a Roma e attualmente in funzione, che serve una comunità di alcune migliaia di fisici che analizzano continuamente miliardi di eventi prodotti dalle collisioni protone-protone dell'acceleratore. Ogni giorno, su queste macchine, migliaia di programmi macinano centinaia di TB di dati, senza sosta, impiegando risorse di calcolo che basterebbero per decine di migliaia di siti web.

Nel centro di Roma ci sono otto rack raffreddati ad acqua: una tecnologia innovativa che, a fronte di un investimento iniziale relativamente alto, consente elevati risparmi di energia, per cui l'investimento si ripaga nel giro di quattro o cinque anni (senza contare il beneficio ambientale). Ciascun rack ospita CPU e dischi in quantità. Sono presenti circa 1000 core di CPU complessivamente e dell'ordine dei 500 TB di spazio disco.

L'infrastruttura è stata realizzata nel giro di una decina di anni, sia per le limitazioni al budget, sia perché essa è cresciuta secondo le esigenze. Inutile comprare oggi quello che mi servirà tra uno o due anni. È ben noto che la potenza di calcolo, a parità di costo, raddoppia ogni 18 mesi circa. Acquistando le risorse troppo presto, di fatto, costituisce una perdita secca, perché quando queste mi serviranno saranno già obsolete e dovrò sostituirle.

Con i prezzi di oggi, una buona macchina di qualità può costare dell'ordine dei 4000 euro e 1 TB di disco dell'ordine dei 100 euro. Ammettendo di voler realizzare un'infrastruttura web di altissimo livello, diciamo che dovrebbero bastare una decina di macchine (40000 euro) e 100 TB di disco (10000 euro) su cui si possono probabilmente ospitare documenti e immagini ad altissima risoluzione di tutte le risorse turistiche del Comune di Roma. Non possiedo i numeri relativi ai musei e alla dimensione delle loro collezioni, ma considerando che 1 TB è sufficiente per ospitare le foto digitali di una famiglia per una vita, 100 TB sembrano piú che sufficienti per ospitare le immagini di tutti gli oggetti disponibili in tutti i musei di Roma. Abbiamo speso 50000 euro. Naturalmente non abbiamo tenuto conto del manpower e dell'infrastruttura (locali, raffreddamento, UPS, etc.) che probabilmente costituiscono la spesa maggiore. Per 50000 euro di valore di hardware vale la pena farsi ospitare le macchine in qualche struttura apposita, ma volendo proprio investire in un'infrastruttura moderna per ospitare in futuro tutti i servizi tecnologici del Comune (ma non ce l'ha già?) possiamo pensare di spendere qualche centinaio di migliaia di euro. Con 1.4 milioni, a Roma, si acquista un grande attico in ottimo stato! A noi basterebbe un garage o un magazzino, neanche tanto grande, dotato di condizionamento.

Siamo alle solite: alla ricerca, che ha bisogno di costosi sistemi all'avanguardia, le briciole, con le quali ci si arrangia alla meno peggio. Agli amici degli amici, 1.4 milioni di euro per un sito web. Se non si tratta di un abuso, chi gestisce questo denaro è un incompetente di altissimo livello. In ogni caso il risultato è che siamo governati da gente che, nella migliore delle ipotesi, non ha la piú pallida idea di quel che sta finanziando. Scandaloso!

martedì 4 gennaio 2011

80 milioni di bottiglie di spumante

Buon Anno! È anche quanto ci dicono nei telegiornali annunciando trionfalmente che quest'anno, per la notte di S. Silvestro, in Italia, si stapperanno ben 80 milioni di bottiglie di spumante (rigorosamente italiano, naturalmente). Il nuovo patriottismo impone che si consumino solo prodotti italiani! Come qualche anno fa, durante un noto ventennio.

Ma su questo blog discutiamo del senso della misura e dunque occupiamoci di numeri. 80 milioni di bottiglie? Ma se gli italiani sono grosso modo 60 milioni, compresi neonati, bambini, astemi e malati! Vogliono farci credere che ciascuno di noi stapperà, in media e comprese le categorie sopra menzionate, 1.3 bottiglie di spumante? È impossibile. Evidentemente il numero di bottiglie stappate pro-capite è inferiore a 1. Sia perché non tutti gli abitanti stappano bottiglie, sia perché chi lo fa non se la beve tutta, ma la condivide con almeno 5-6 persone.

Ammettiamo che tutti, ma proprio tutti coloro che hanno un'età superiore a 16 anni bevano almeno un goccetto di spumante. Ce ne saranno anche di 10 anni che lo fanno, ma sono piú che compensati dai maggiori di 16 anni che non lo fanno. Secondo le tabelle ISTAT costoro sono circa 51 milioni. Diciamo che una bottiglia se la bevono in 5. Arriviamo a poco piú di 10 milioni di bottiglie stappate. Ed è già una stima per eccesso (e nemmeno piccolo). Come si arriva a 80 milioni? Vuoi vedere che il giornalista confonde il numero di bottiglie vendute in un periodo piú o meno lungo con quelle stappate? Oppure, per compiacere il nuovo patriottismo alimentare, spara numeri a caso? Mah!