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martedì 16 agosto 2011

Poveri ricchi

E chi glielo dice adesso che devono pagare il 5% sul reddito eccedente i 90000 euro e addirittura il 10% su quelli oltre i 150000? Il salasso è grave! Pensate: chi percepisce un reddito di 150000 euro l'anno dovrà pagare il 5% dell'eccedenza, pari al 5% di 150000-90000=60000 euro. Quanto fa? 3000 euro che, divisi per le tredici mensilità costituiscono un aggravio di ben 231 euro! Sia chiaro, su uno stipendio netto dell'ordine di 6500-7000 euro. Un vero salasso! Come farà a comprarsi beni di prima necessità come una custodia in pelle per l'ultimo iPad o un paio di scarpe fatte a mano? E che dire di coloro che dovranno pagare di piú? Pensate: uno con un reddito di 500000 euro l'anno, che dunque percepisce 23000 euro netti al mese, dovrà vedersi ridotto lo stipendio di poco meno di 3000 euro, arrivando a prendere solo 20000 euro al mese.

Per fortuna la maggior parte dei lavoratori autonomi guadagna molto, ma molto di meno. Se no, poverini, dovrebbero chiudere bottega. Chi glielo fa fare di lavorare per un tozzo di pane? Considerate quei poveri avvocati, che per il 65 %, come certifica una rilevazione del Censis, hanno un reddito inferiore a 39200 euro lordi. Pensate se dovessero pagare loro il contributo di solidarietà. O i sarti, che dichiarano in media 8659 euro lordi l'anno (del resto si sa che dal sarto ci vanno solo i poveracci). Meno male che ci pensa il nostro Governo a tutelare le fasce deboli!

venerdì 12 agosto 2011

Ricette per la crisi

Ma di che stiamo parlando? La crisi economica in corso pare richieda uno sforzo di 25 miliardi di euro. E come pensa il Governo di recuperare questa cifra? Naturalmente facendola pagare a chi paga sempre: tagli agli stipendi degli statali, riduzione delle festività, libertà di licenziare. Provvedimenti drastici, sí, però giustficati dall'enormità della cifra. Ma davvero? Stiamo parlando di 25 miliardi di euro. Si tatta di qualcosa tra il 6 e il 10 % del valore della capitalizzazione delle aziende quotate alla Borsa di Milano (secondo il periodo). Si tratta dunque di un ammontare pari a quello che la borsa ha perso (grazie a quelle che non so definire altrimenti come cazzate fatte dal Governo in questi giorni) in due giorni. Una "vendita forzosa" o un meccanismo analogo avrebbe potuto risolvere immediatamente il problema e se qualcuno teme che questo avrebbe potuto innescare un crollo del valore dei titoli causa fuga degli investitori (tra cui ci sono anch'io, quindi non sto proponendo soluzioni a me favorevoli), farebbe bene a calcolare quanto si è perso per non averlo fatto. Sia chiaro: non sto dicendo che questa doveva o poteva essere la soluzione. Qualunque scelta in un'unica direzione sarebbe sbagliata. Però una parte del debito poteva essere ridotta in questo modo, assieme ad altri provvedimenti. In questo modo avrebbero sicuramente pagato i piú ricchi: i piccoli investitori avrebbe certo anche loro perso qualcosa, ma meglio perdere qualche migliaio di euro di controvalore di azioni (che possono recuperare) piuttosto che vedersi lo stipendio drasticamente ridotto per anni. Per quel che riguarda poi l'accorpamento delle festività ho già commentato su questo fatto quando la Marcegaglia fece analoga proposta per aumentare il PIL. Ma che dite? Cosí il PIL si abbassa! Se le persone non hanno modo di svagarsi cosa pensate che facciano? Consumeranno di piú o di meno? L'unico modo per aumentare il PIL è dare piú soldi a chi ne ha meno, innescando un meccanismo di fiducia nel futuro. Si deve scoraggiare l'accumulo di denaro da parte dei piú ricchi. Sopra una certa soglia deve essere conveniente, per uno che guadagna 20-30.000 euro al mese, pagare uno stipendio piuttosto che tenersi i soldi.