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lunedì 6 dicembre 2010

Wikileaks

È un po' che non scrivo sul blog. Durante le campagne elettorali governi e giornali si guardano spesso bene dal comunicare numeri, che sono oggettivi e dunque "pericolosi". La fisica però non è fatta solo di numeri. Anche le definizioni sono importanti. Perciò estendo il mio blog alla discussione sulle definizioni che sui giornali si danno dei fenomeni presi in considerazione.

Un esempio molto attuale è il caso Wikileaks. Da quasi tutti definito un "sito pirata". Pirata? E perché? Cos'è che definisce un pirata? Pirata è colui che (cito dalla Treccani) "assale e depreda a proprio esclusivo beneficio navi di qualunque nazionalità, il loro carico, le persone imbarcate, o anche le popolazioni costiere, contro ogni norma di diritto nazionale e internazionale".

Un pirata, dunque, è sostanzialmente un ladro, il quale, a differenza dei comuni ladri, esercita in mare e lungo le coste. Per estensione si può definire pirata chi si appropri indebitamente della proprietà altrui, in spregio alle normative internazionali (perché solitamente i ladri agiscono all'interno di una Nazione, mentre i pirati operano spesso in acque internazionali).

Si definisce pirata anche chi esegue copie non autorizzate di opere dell'ingegno, come libri, dischi e software. Non condivido questa definizione perché per essere un pirata occorre sottrarre qualcosa a qualcuno. Chi copia un CD non sottrae materialmente nulla a nessuno. Omette di pagare un diritto, l'acquisizione del quale è, per quanto mi riguarda, è discutibile. Sarebbe come definire pirata chi non paga il bollo dell'auto o il canone Rai, o chi si imbuca allo stadio per vedere la partita senza pagare il biglietto. Tornerò sull'argomento, perché è importante.
E Wikileaks perché è un sito pirata? Certamente non sottrae nulla a nessuno. Sottrarre informazioni non è come rubare: non si sottrae il possesso di qualcosa (l'informazione) a chi la detiene. L'informazione rimane nella disponibilità del soggetto da cui viene ottenuta, perciò non si tratta di un furto. Divulgare notizie riservate, poi, non è un reato. Lo è per chi ha giurato di mantenere riservata una notizia, non per chi la pubblica. Invece di perseguire e criminalizzare chi pubblica la notizia, si dovrebbe perseguire chi quelle notizie le ha fornite. Altrimenti si dovrebbe perseguire ogni giornalista che viene in possesso di notizie a lui non destinate. Dunque non si può parlare di violazione di norme internazionali. Per di piú i referenti del sito non agiscono nel loro esclusivo interesse. Probabilmente agiscono anche nel loro interesse, ma non esclusivamente.

Vogliamo poi parlare dei tentativi di censurare il sito fatti da chi, allo stesso tempo, sostiene con forza la campagna anti-censura contro il Governo cinese che tenta di fare lo stesso con Google?

Wikileaks non è un sito pirata perché nessuna delle caratteristiche attribuibili a un pirata possono essere attribuite al sito o a chi lo controlla. Con questo non voglio dare alcun giudizio di merito, anche se ho le mie idee in proposito (e non ho difficoltà ad ammettere che considero utile l'azione di un sito come Wikileaks), ma, come diceva Moretti "le parole sono importanti". Se si va davanti all'opinione pubblica e si afferma, come ha fatto il Ministro Frattini, che Assange andrebbe arrestato per i gravi crimini che ha commesso, sarebbe il caso di spiegare anche quali siano questi gravi crimini. Ma temo che nessuno sia in grado di dirlo.

1 commento:

  1. Questa è una domanda che ci poniamo in molti.
    Cosa ha fatto di male Assange se non diffondere il vero??
    Il problema è sempre lo stesso, sulla carta sono tutti casti, puri e senza peccati ma quando si toccano tasti dolorosi e tenuti ben nascosti, allora tutti si fanno risentire.

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