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venerdì 13 gennaio 2012

Il reddito dei tassisti

Ieri ho visto un tassista che ammetteva di evadere il fisco, perché, a suo parere, diversamente non avrebbe di che campare. Secondo alcuni, la liberalizzazione delle licenze costituirebbe un danno perché il loro valore (alto in virtú della loro esiguità) in qualche modo compensa i bassi introiti di un tassista medio. Secondo l'ISTAT pare che in media un tassista guadagni dell'ordine di 11000 euro l'anno. Premesso che personalmente ritengo che la liberalizzazione delle licenze non produrrà alcun effetto benefico nei confronti dell'utenza e dunque non vedo il motivo di fare un'operazione del genere, facciamo però qualche considerazione di carattere numerico.

Il sito del Comune di Roma riporta le tariffe dei taxi, che come noto sono complicatissime, forse per evitare che qualcuno si faccia rapidamente due conti. Dal tariffario però è facile evincere quale sia la tariffa meno vantaggiosa per il tassista, che è la seguente: 0.92 euro a km per velocità superiori ai 20 km/h, cui si devono aggiungere almeno 2.80 euro di quota fissa di partenza. La quota fissa varia in ragione dell'orario e del giorno e può solo essere superiore a quella indicata. Ci sono poi supplementi per bagagli, numero di persone, etc. Se la velocità è inferiore a 20 km/h la tariffa è a tempo e vale 23.70 euro per ogni ora. Se si procede dunque alla minima velocità di 20 km/h si percorrono, in un'ora, 20 km, e si incassano 20 x 0.92 = 18.40 euro.

Dunque il minimo che può incassare un tassista per 8 ore di lavoro (ammesso che viaggi per tutte le 8 ore) è pari a 8 x 18.40 + 2.80 = 150 euro. Ovviamente se fa piú viaggi incassa di piú. Se trova piú traffico e va piú lentamente incassa di piú. Solo se resta fermo per un po' di tempo incassa di meno (cioè se non si trova a svolgere il suo servizio effettivo per tutte le 8 ore previste). Possiamo dunque considerare il valore trovato come una stima piuttosto pessimista dell'incasso medio di un tassista.

Naturalmente ci sono le spese, che chissà perché per certe categorie si detraggono in toto e per altre no. Ad esempio, la benzina il taxi la scala dalle tasse, perché è una spesa funzionale allo svolgimento della sua attività. Il dipendente (pubblico o privato che sia), invece, per recarsi al lavoro prende l'auto o il bus, ma non può scalare il costo della prima o dell'abbonamento del secondo. Bah!

Una regola usata per i rimborsi forfettari dice che il rimborso per l'uso della propria auto al fine di svolgere un determinato lavoro è pari a 1/5 del costo della benzina per km. In questa cifra è incluso tutto: spese vive come il carburante, usura del mezzo, manutenzione, etc. perché nessuna auto percorre solo 5 km con un litro di benzina. Se il nostro tassista viaggia per 8 ore a 20 km/h percorre 160 km. Se poniamo il costo della benzina a 1.7 euro per litro, abbiamo una spesa complessiva di 160*1.7/5=54.4 euro al giorno. Dunque al lordo delle tasse, l'incasso per il tassista si riduce a circa 95 euro al giorno, che per un anno (200 giorni di lavoro effettivo) fanno 19000 euro, non 11000.

Ricordiamo che questa è una stima che riteniamo pessimista, dunque è probabile che si guadagni di piú a fare il tassista. Se no non si capisce perché i tassisti (almeno quelli di Roma) abbiano rifiutato di montare a bordo delle loro auto un rivelatore di posizione GPS per monitorare i km percorsi!

Probabilmente i tassisti hanno ragione dicendo che il loro reddito non è alto, ma 20000 euro è lo stipendio medio dei lavoratori dipendenti, inclusi gli insegnanti. Dunque se un insegnante o un operaio (che guadagna ancor meno) possono vivere con tale stipendio, il tassista non può sostenere che non arriva a fine mese se non evade (o se lo sostiene deve convenire che lo stesse deve essere vero per le altre categorie e di conseguenza appoggiarne le rivendicazioni di carattere economico).

Comunque questo problema non verrà risolto da una liberalizzazione, che porterà solo a un aumento del numero di coloro che possono pagare meno tasse del dovuto. Al cliente non verrà niente in tasca: le tariffe sono stabilite dai Comuni e dunque non scenderanno. E i clienti non potranno scegliersi il taxi dunque sulla base di che i tassisti si faranno concorrenza?

1 commento:

  1. sarebbe molto semplice trasformare il tassametro in un emettitore di scontrino fiscale. Perche' i negozi si e i taxi no?

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